LA GROTTA DI SAN MICHELE DI FAICCHIO
Tra gli angeli San Michele è la guida delle anime del cielo. Per il popolo ebraico era il principe degli angeli. Nel Nuovo Testamento è l'avversario del demonio. Il culto di San Michele è antichissimo: in Oriente era considerato il protettore delle sorgenti dalle acque curative. E' considerato anche protettore degli ammalati e delle povere anime. Per la sua potente intercessione le anime possono essere liberate dal Purgatorio. Presso alcune popolazioni contadine è considerato protettore dei raccolti e della salute degli animali. Fu scelto come protettore dai Longobardi che ne esaltarono l' aspetto di principe delle milizie celesti e di difensore di Dio e gli dedicarono la festa dell'8 maggio, per ricordare una vittoria attribuita alla sua protezione. Il nome Michele deriva dall'ebraico e significa "Chi come Dio", grido con cui il santo scacciò Lucifero e gli angeli ribelli e riunì gli Angeli fedeli. Protettore delle sinagoghe è anche il protettore della Chiesa. Nel territorio di Faicchio una grotta di natura carsica è consacrata a San Michele. Da Fontana Vecchia, frazione di Faicchio, una stradina difficile conduce lungo il versante meridionale di monte Monaco di Gioia. La strada di montagna per raggiungere la grotta richiama un percorso penitenziale, legato alla natura stessa dei santuari e delle grotte rupestri. Si accede alla grotta da un arco di circa 6 metri di altezza. Due piccoli ambienti precedono la sala in cui si trova un altare. Da qui si arriva, attraverso un cunicolo, alla cappella dalle pareti decorate da affreschi di tema sacro, tra cui il Redentore, la Vergine e San Michele. Il culto micaelico era molto diffuso in Campania: lungo gli itinerari che portavano al Gargano, centro del culto, si incontravano chiese rupestri decorate tra X e XII secolo, dedicate al santo. Gli affreschi della grotta di Faicchio sembrano avere molti punti di contatto con quelli esistenti in Castelcampagnano, vicino Amorosi.