Per gli storici più qualificati Cusano Mutri non è altro che la sannitica "Cossa", onde Cosano, distrutta unitamente a Telese dai Romani. Durante la guerra punica, 216 a.C., Annibale passa per la nostra zona proveniente dalla Puglia.
Alcune città dei paraggi gli si arrendono, tra cui Cossa e Telese. Roma, una volta debellato Annibale si diede alla vendetta, distruggendo, per mano di Fabio Massimo, gli abitanti ritenuti infedeli. Tito Livio, in proposito, nel libro XXIV, cap.20, scrive:
"Oppida vi capta, Compulteria, Telesia, Cassa, Malae, Fufulae et Orbitanium". Il Corcia nella "Storia delle Due Sicilie" stimò Cassa un oppido di minor conto dello stesso Sannio Caudino, contro del quale infatti mosse Fabio coll'esercito dopo la presa di Casilino a riacquistare a forza d'armi le città già da tesi a' Cartaginesi. Altra memoria del resto non ne rimane nell'antica storia, e si dovrà dirne la situazione affatto sconosciuta, se non si vorrà crederla nell'odierna terra di Cusano, posta alle radici del monte Mutria, a quattro miglia da Cerreto; e comeché non mi è noto se si veggano ruderi di antiche abitazioni, e se vi si fossero mai trovate anticaglie, l'analogia del nome mi persuade che almeno in quelle vicinanze, se non in questa stessa grossa terra, fu la detta città sannitica".
Ma più esplicito, con il suo fiuto topografico; è mons. lannachino nella sua Telesia:
"Per me se dovessi rischiare un'ipotesi, la vedrei nella Civita di Pietraroja, ma ogni ipotesi è vana, perché tale fu lo scempio, che fecero i Romani di moltissime città dei Sanniti, che di costoro non resta vestigio e memoria dei luoghi dove sono".
È lecito ipotizzare, per sintetici motivi che appresso si adducono, che Cossa poteva essere sita alla sommità della "Civita di Cusano" con l'altezza max. di m. 976, il seno che si forma con "l'appettato" del Mutri è a quota 850 m. circa.
Un terrazzamento esposto a Sud, coltivato posto a quota 711 m. è chiamato "Castellone". Quindi la topomastica è già "tutto un programma". Mentre esaminando dal punto di vista topografico rileviamo che l'ampio altopiano apicale della "Civita", con pendenza Nord- Ovest, Sud- Est corrisponde esattamente per quota, come punto di vedetta per difendibilità e con via di scampo al Matese, e a tutte le altre fortezze sannitiche.Vi era anche per tutti i bisogni compresa l'irrigazione acqua proveniente dalle fontane (Vertolo, Pozzo lasasso, S.Onofrio, Sparago, Paola,Tasso) che per scorrimento poteva giungere alle "Maccatore". Dirimpetto, divisa dalla forra inaccessibile di Caccaviola è la "Civita di Pietraroja" a m.950.
Notizie certe affiorano solo nel 490 d.C., quando il Papa Felice III inviò un presbitero per officiare nella cappella del "castrum". La presenza della Chiesa nella zona, con l'insediamento dei Benedettini Volturnesi stanziatisi in Santa Maria del Castagneto agli inizi dell'VIII sec., giovò al paese e al suo contado. Nelle campagne sorsero più di una dozzina di nuovi nuclei abitati, contrassegnati da edifici di culto. Il comprensorio, sicuro perché facilmente difendibile, rappresentava un rifugio per le popolazioni limitrofe angustiate dal brigantaggio e dalle incursioni saracene. Il punto di svolta si verificò con la monarchia normanna che dette inizio ad una fase di inurbamento che toccò il suo culmine nei secoli XV e XVI. Si ebbe l'espansione dell'abitato, come tuttora si conserva, essendo scampato al devastante terremoto del 1688 che distrusse quasi tutti i paesi del circondano. Concesso in feudo alla famiglia Sanframondo che lo detenne fino alla metà del 1400, Cusano successivamente in un secolo, passò per le mani di molteplici feudatari (De Vera, de Clavellis, Gaetano, Colonna, Carrafa, del Tufo, Origlia, Monsolino, Barrionovo, Leone); ciò dimostra lo spirito liberitario, non tarpabile, della popolazione che, sotto i Barrionovo (1605-1710), raggiunse un buon livello di benessere. Gli ultimi feudatari (i Leone)," subirono" molto dai cusanesi, e conclusero i loro fastigi poveri "in canna". L'economia locale si basava soprattutto sulla pastorizia e sull'industria della lana. La decadenza iniziò nella seconda metà del Settecento quando, tra l'altro, la privatizzazione della Dogana di Foggia mise in crisi il sistema della transumanza. Malgrado ciò Cusano non ebbe un declino rapido ma, nonostante la tenacia dei suoi abitanti, la decadenza fu inarrestabile. Le attività economiche legate alla pastorizia durarono per tutto l'Ottocento e l'andamento demografico non conobbe decrementi verticali.