È uno dei più piccoli comuni della provincia, avendo 1303 abitanti. Dalla ferrovia Napoli-Foggia non si scorge, perché situato fra Guardia Sanframondi e Telese,
da cui dista appena tre chilometri e mezzo. Confina con Guardia, S. Lorenzello, S. Salvatore Telesino e Solopaca. Ha un territorio di circa quattromila moggi di buoni terreni, i quali appartengono in molta parte ai proprietari di Guardia Sanframondi e di S. Salvatore; la minore porzione è posseduta dai locali proprietari. Nell'antica circoscrizione stava nel circondario di Cusano, distretto di Caserta. Poscia passò a quello di Guardia Sanframondi; e con esso alla provincia di Benevento nel 1861.
Non abbiamo rinvenuta alcuna notizia antica su questo Comune; il quale pria addimandavasi soltanto Veneri. Con questo nome lo riporta il Galante, con una popolazione di 435 abitanti, fra i Comuni della provincia di Terra di Lavoro, nel 1789. II nome potrebbe far supporre, benché non ve n'esista prova alcuna, che ivi fosse stato qualche tempio pagano dedicato a Venere. La poca distanza da Telese sarebbe uno dei più validi argomenti per dedurlo, essendo probabile che anche ivi dovevano esservi tempi sacri alla Dea degli amori. Esisteva nei tempi Angioini, e formava un casale di Telese, conceduto in feudo al monastero di S. Salvatore Telesino. Dobbiamo dunque dedurne che, quale dipendenza di Telese, ne abbia seguite le sorti nelle varie fasi, e fino ad un certo punto anche quelle dei dominatori di detta città. Vi sono alcune torri antiche, probabilmente opera dei bassi tempi.
Dopo la soppressione del Monastero o Badia di S. Salvatore Telesino, Castelvenere seguì le sorti della Commenda di S. Salvatore, finché questa venne del pari abolita. Nessuna parola se ne trova nel cedolario del 1320. Fu posseduto dalla famiglia Monsorio, la quale venne in lustro sotto Ferdinando I d'Aragona, che ebbe per maggiordomo un Giovanni de Monsorio. Però il nome del paese trovasi sempre indicato con le parole casalveneri in tutte le investiture feudali di tutte le epoche, ed anche nel catalogo dei possedimenti del monastero di S. Salvatore Telesino. Per la qual cosa opiniamo che si fosse dovuto chiamare piuttosto Casalvenere che Castelvenere, denominazione che ci pare assolutamente arbitraria. Gli ultimi feudatari furono i Caraffa dei duchi di Maddaloni. Numerò 36 famiglie nel 1542, 40 nel 1545, 34 nel 1561, 48 nel 1595, 42 nel 1648 e 33 nel 1669 dopo la peste e il tremuoto.
Si accede facilmente a questo comune dalla via maestra che mette capo dall'un lato alla stazione di Telese, e dall'altro a Guardia Sanframondi. Appartiene alla diocesi di Telese e Cerreto. Vuolsi che sia stato la patria di San Barbato.